di Guido P. Rubino
21 mag 2021 – Sentono i corridori il pubblico? Eccome se lo sentono. E lo vedono anche, a volte, è vero, ne intuiscono i colori le forme e i vestiti, altre volte li guardano negli occhi. Accade in salita, quando la velocità per forza di gravità, attenua le distanze. Il corridore guarda avanti, il pubblico indietro, e attraverso gli occhiali che parlano in terza persona si arriva a darsi del tu incrociando gli sguardi. Fatica e speranza. E viceversa.
E allora sappiate che i protagonisti siete anche voi, lì lungo la strada. A costo di un’attesa, nello sfogo di un urlo tenuto dentro nell’immaginazione di quel momento veloce.
Quante volte lo hanno detto i corridori in questo anno di pandemia. Forse, più che mai, se ne sono resi conto proprio così, assaggiando la mancanza.
Il pubblico è un rumore ovattato e indistinto, oppure un urlo preciso e deciso. A volta, al pubblico, vorresti pure rispondere, certe frasi non vanno giù, altre volte vorresti ringraziare, fermarti e abbracciare.
Il pubblico è adrenalinico, alcolico, religioso per attesa e folle per pochi secondi. Corre a fianco, a volte rischia e non si fa, altre volte guarda, sorride, punta qualcosa, si stupisce, applaude, ricorda. Il pubblico è fatto di cellulari che diventano la telecamera in più in corsa. Non c’è episodio di gara che non trovi documentazione visiva e multi angolo che possa aiutare a capire e dirimere. Il pubblico cambia e si organizza. Al Giro diventa un rito. C’è chi organizza da mangiare ma non fa calcoli su quanti siamo, mangiano tutti quelli che passano, anche solo un bicchiere di vino.
Il pubblico, a volte, organizza veri e propri posti di blocco per le auto del seguito: se passi di qui c’è un panino e un bicchiere di vino. Ne abbiamo visti entrare anche in auto della Polizia, rifocillare motociclisti con la bandierina. Oggi c’è più prudenza e regole da rispettare. Il pubblico inizia poco dopo la partenza e finisce poco prima dell’arrivo. Sorride per una regola che fa sorridere ma trova il suo posto. Torna al suo posto lungo la strada. È lo spirito del ciclismo, a tifare tutti da tutti. Perché il pubblico ha bandiere e nomi da aspettare e tutti da acclamare
Il pubblico è il Giro d’Italia.
Bentornato.