24 mag 2012 – Quando vinse la tappa alla Tirreno Adriatico del 1987 Sergio Finazzi si permise di riprendere, in diretta tv, anche Adriano de Zan che non lo ascoltava durante l’intervista. Un tipo tosto, che in bicicletta non si è scoraggiato neppure nella neve del Gavia del 1988, in quella tappa rimasta nella storia del Giro per il tempo inclemente che si è fatto beffe dei corridori in maglietta e pantaloncini corti.
Oggi Sergio Finazzi è il titolare della ditta Nevi, costruzioni in titanio speciali e ricercate nel settore e non solo. Porta avanti la sua attività assieme alla moglie Consuelo. I suoi telai sono diventati un punto di riferimento per chi voglia farsi un telaio in titanio. E quanto ha smesso di correre Finazzi aveva puntato diritto all’obiettivo:
«I telai in acciaio li facevano tutti – racconta oggi – e allora, nel 1992, stava iniziando ad arrivare l’alluminio. Io ho deciso sin da subito di fare qualcosa di diverso, volevo distinguermi. Ecco perché ho scelto di costruire col titanio».
L’intuizione, vista da oggi, è stata buona, il titanio è davvero un materiale immortale. E Finazzi ce lo dimostra immediatamente: «Guarda questo telaio – tira fuori da uno scatolone – ti sembra nuovo? Pensa, è del 2003. Lo abbiamo riparato perché il proprietario aveva rotto il tubo obliquo, io l’ho sostituito con uno nuovo e poi ho provveduto a spazzolare tutto il telaio. È tornato nuovo»
In effetti sembra appena costruito.
Sergio Finazzi ha imparato da autodidatta a piegare i titanio e a lavorarlo secondo le sue esigenze.
«No amico, non ho fatto nessun corso. Certo, ho studiato, ma sai all’inizio quanti lavori ho dovuto buttare! Col titanio se sbagli non recuperi più»
Il titanio, in casa Nevi, non sembra così difficile da lavorare, ma è solo un’impressione. Nell’ordine abbiamo trovato di tutto fatto in titanio: dalle tazze per il tè agli accessori da officina. Tavolo e sedie sono in acciaio “ma li ho fatti sempre io!” spiega. Il bancone è in titanio, persino la ciotola del cane. Si chiama Zampa, è grande e simpatico e mangia soddisfatto. Altro che vita da cani.
Per lui, però, è vietato aggirarsi nell’officina. Troppo pericoloso e oggetti in bilico. Nessun pericolo, invece, di inquinare i materiali. Tutto viene trattato adeguatamente prima di essere lavorato e saldato in campana ad atmosfera controllata.
«Ho iniziato da subito a lavorare in campana, è il modo migliore per saldare in atmosfera controllata. Solo che non è mica facile sai. Saldando normalmente sei vicino alla saldatura, puoi vederla bene. Con la campana sei lontano, hai i guanti, ci vuole a imparare!».
Finazzi realizza da sé anche i forcellini dei telai, utilizza titanio di grado 5 o grado 9 a seconda delle esigenze: «Posso fare telai comodi, oppure super rigidi. Guarda il test pubblicato su Ciclismo, loro mettono il telaio su banco a provare: e fino ad ora il mio Spinas è il più rigido tra quelli che hanno testato».
Non ci sono solo telai in casa Nevi. Qui si lavora tutto quello che si può fare con li titanio e che il mercato richiede. Da una parte sono appoggiate delle stampelle, quando Finazzi ha restaurato una vecchia Fiat Campagnola, col titanio ci ha fatto i paraurti «e una volta ci ha tamponato uno con una BMW nuova di una settimana, era disperato…»
Le auto antiche sono una passione per Finazzi. Nel suo garage c’è, perfettamente restaurata, anche un’Alfa Romeo AR 51.
Ma in fondo, vicino al muro, c’è anche una bici. In titanio, naturalmente. Finazzi, come può, esce in bicicletta. È il modo migliore che ha per assicurarsi che le biciclette che realizza siano sempre di alto livello. D’altra parte l’esperienza di chi ha corso da professionista conta. E neppure poco.
Il sito di Nevi: www.nevi.it
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Guido P. Rubino