Pinarello torna in Italia? Le voci, che sono più di voci per articoli che girano nei giornali di finanza, parlano di una possibilità derivante dallo statuto societario del fondo che, oltre ad avvisare Pinarello, deve avere la volontà, ovviamente, di avviare l’uscita del marchio dal pacchetto L Catterton che fa parte del più ampio universo Lvmh.
Le voci, a dire il vero, c’erano già da alcuni mesi e il fatto che inizino a circolare nero su bianco porta a un’attenzione più viva su un’operazione che potrebbe avere diversi aspetti interessanti.
Innanzitutto vale la pena chiarire che non si tratta di un a notizia così inaspettata. Pinarello era stata acquisita dal fondo Luis Vuitton nel 2016, l’arco di tempo passato fino ad oggi è considerato normale nella finanza per prendere in considerazione altre possibilità. E certamente, proprio dal punto di vista finanziario, le cose non vanno male a Pinarello che, al di là del “boost” dovuto all’esplosione di richiesta di biciclette post pandemia ha migliorato le sue perfomance a livello economico in maniera importante.
Cosa potrebbe portare a un’uscita del marchio allora? Si parla di uno sviluppo non adeguato dell’azienda che continua immancabilmente a spingere su un solo modello, la Dogma, che è una delle biciclette più ricercate del momento. Nel catalogo del marchio veneto c’è anche altro, in effetti, ma decisamente meno “spinto” rispetto al modello di punta. Scelte aziendali, ovviamente, ma che hanno portato risultati più che positivi ed evidenti anche nell’ultimo esercizio finanziario a quanto si dice. La percezione del marchio, anche alla luce del Record dell’Ora di Filippo Ganna, è cresciuta molto in questi anni. Delle ultime tecnologie utilizzate da Pinarello avevamo parlato qui:
Quella rivoluzione della bicicletta iniziata con la stampa 3D da T°Red a Pinarello
Cosa potrebbe succedere?
Pinarello è un marchio formidabile che fa molta gola nel mondo della finanza. Si ipotizza un ri-acquisto da parte di Fausto Pinarello che però difficilmente potrà far fronte da solo all’investimento. È più probabile una cordata di imprenditori di cui potrebbe esserci già traccia all’interno, stavolta, del panorama italiano.
Ovviamente siamo nel campo delle ipotesi e delle voci di un ambiente che guarda con attenzione quanto avviene in casa Pinarello, uno dei primi marchi a percorrere la via dei fondi di investimento.
Certamente, da italiani, ci piacerebbe poter pensare al marchio di nuovo, completamente italiano come proprietà. Al di là del nazionalismo la crescita di valore del mercato della bicicletta fa puntare le attenzioni anche su altri marchi più o meno importanti del settore che stanno avendo interesse da parte di investitori.
Un ritorno dell’importanza economica dei nostri marchi potrebbe essere un ottimo viatico anche a un ritorno di interesse nella promozione sportiva delle aziende e, quindi, delle sponsorizzazioni World Tour per squadre tutte italiane. Stavolta con meccanismi decisamente più moderni di quanto non sia stato in passato quando le firme dei nostri artigiani guidavano il gruppo dei corridori professionisti nelle squadre italiane.
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