E se fosse il cambio della bicicletta a modificare la sua struttura in maniera sostanziale nei prossimi anni?
L’ipotesi potrebbe essere molto interessante e, a quanto pare, Shimano ci sta pensando. Uno brevetto, depositato ultimamente dalla casa orientale, definisce un cambio di nuova tipologia che permette di gestire una catena molto più lunga rispetto a quanto possono fare i sistemi che conosciamo fino a oggi.
Attenzione, però, una premessa in questo caso è sempre d’obbligo e vale la pena ribadirla: il deposito di un brevetto non prelude necessariamente a un nuovo prodotto sul mercato, a prescindere dalle tempistiche. Si tratta comunque di un punto fermo da mettere negli studi continui che si fanno in varie direzioni (e in modo anche da bloccare eventuali aziende concorrenti che dovessero giungere a conclusioni medesime).
Il brevetto depositato da Shimano parla di un cambio dal funzionamento sempre a parallelograma, ma con un bilanciere dimensionato in maniera differente, spostato in avanti e, soprattutto, che sostiene un altro sistema a due pulegge (quindi tre in tutto) in grado di gestire una maggiore lunghezza di catena.
Perché questa soluzione? Nei disegni che Shimano allega al brevetto si vede come, nel movimento del cambio per spostare la catena sui diversi pignoni, la lunghezza della catena può essere abbondante. Significa, in sostanza, che in questo modo il cambio ha una capacità maggiore, quindi in grado di supportare un range di pignoni molto più ampio.
Una soluzione di questo tipo potrebbe essere perfetta per un sistema monocorona (anche se nel disegno del progetto è rappresentata una bicicletta dotata di doppia moltiplica). Inoltre, nelle specifiche di brevetto, tra i vantaggi è indicata anche la maggiore distanza del bilanciere da terra. Nella mountain bike (il sistema pare decisamente rivolto al fuoristrada, andrebbe a ridurre i rischi di impatto del cambio posteriore col fondo stradale e con eventuali rocce.
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