18 lug 2017 – Se il Tour di queste due prime settimane è stato spesso noioso e piatto negli avvenimenti – siamo ancora con quattro corridori in trenta secondi – altrettanto non si può dire delle chiacchiere che ne fanno da contorno. Le abbiamo raccontante: dalle polemiche sull’esclusione di Sagan (quanto c’è mancato in molte tappe!) ai veleni gratuiti su Aru da parte di certa stampa francese, ai nervosismi di casa Sky.
Ecco, proprio la Sky che è la formazione favorita, è quella più a rischio. È partita così tanto vincente che ogni crepa rischia di diventare una voragine e nella precisa organizzazione inglese certi imprevisti non sono ammessi. Rientrato l’affare Landa con lo spagnolo che si è rimesso agli ordini di squadra, anche nelle dichiarazioni del giorno di riposo, per la Sky il nervosismo non è finito. Forse perché vedono che il loro corridore di punta, Froome, non invulnerabile come in altri anni, fatto sta che il nervosismo prosegue anche nelle conferenze dove Dave Brailsford, team manager della Sky, si è rivolto duramente al giornalista di Cycling News non facendogli fare domande come ritorsione a quelle imbarazzanti fatte sull’etica del team nei mesi passati.
Una tensione che non aiuta nell’affrontare una settimana in cui ci sarà necessità di serenità per non fare errori. Una settimana che si preannuncia interessante anche perché… ci sono Contador e Quintana lontani, ma non lontanissimi, dai piani alti della classifica. Alcuni “buchi di forma” dei due campioni ne hanno compromesso la lotta alla maglia gialla, ma restano comunque due grandi campioni che potrebbero anche giocarsi il tutto per tutto visto che probabilmente non hanno molto interesse a chiudere anonimamente la corsa francese. E allora perché non provare un ribaltone?
Perché ci vogliono le gambe che fino ad ora sono mancate, ma per Contador, ad esempio, la condizione appare in crescita e se si lascia alle spalle la sfortuna chissà. Quintana non sembra quello dei giorni migliori, ma la storia del ciclismo, quella prima dei misuratori di potenza, ci ha insegnato che non sempre vince il più forte. Il bello di questo sport è che sa premiare il coraggio e l’inventiva.
Al Tour de France queste cose potrebbero ancora contare.
GR