31 mar 2018 – «Pensa – dice Walter – nella confusione del momento, per un attimo, avevo pensato di essere stato io il responsabile della caduta di Sagan, il Campione del Mondo, capisci?»
Certe storie vengono fuori dopo un po’, magari con una birra in mano, di quelle forti che fanno da queste parti. Nelle chiacchiere, che da queste parti nei bar, anzi nei pub, sanno di ciclismo. Dove scopri che quel signore tranquillo dietro al bancone ha un nonno che una volta ha vinto il Fiandre.
Storie, e un altro Fiandre in arrivo. Storie e pronti via!
– Come sarebbe che pensavi di essere stato tu? Eri lì?
– Certo, seguo il ciclismo da sempre e le Classiche, come posso, ci vado.
Ero lì, sì, giacca sulla transenna perché addosso avevo caldo. Come tanti altri. Poi ho guardato la strada e mi sono detto che forse la transenna era meglio lasciarla libera. Nella strada c’è il pavé, qui una striscia di terra battuta più scorrevole. Ho tolto il giacchetto.
– Invece lo ha lasciato lì quel signore olandese. È arrivato dopo di me e si è fatto largo con un po’ di prepotenza per stare alla transenna. Ha messo la sua giacca, come tanti, poi abbiamo scambiato qualche parola pure.
– Intanto la corsa si avvicinava, sai l’attesa è lunga e l’emozione è più che in uno stadio, tutti lì per quell’attimo in cui i corridori ti passano sotto il naso. Io ero pronto con la macchina fotografica.
Sono riuscito a “beccare” Sagan che tirava il gruppetto, uno, due scatti, a raffica. Come mi sono passati davanti ho sentito il rumore, rumore di biciclette.
In un attimo ho capito e ho fotografato Sagan a terra con gli altri. Una concitazione pazzesca, quelli del pubblico dall’altra parte che indicavano noi, c’era una giacca a terra tra le biciclette, era quella dell’olandese.
– Un emozione così non me la scordo più. E sì che di corse ne ho viste, certo che pelo alle transenne che stava facendo Sagan…
Finisce qui il racconto di Walter Panero, appassionato di ciclismo.
C’è un’altra birra da stappare. Quest’anno Walter il Fiandre lo guarda da casa, con un rammarico. Poi magari ne scriverà sul suo blog, dove racconta le storie seguite, soprattutto a piedi. Mica per caso si chiama “Quanta strada nei miei sandali”.
Di seguito ecco la sequenza di foto di Walter, giusto un anno fa:
Guido Rubino (con Walter Panero)