20 lug 2019 – Vince Pinot, vendetta di quei ventagli che lo avevano fatto fuori giorni fa. Vince Pinot che si vede pedalare bene fino alla cima del Tourmalet. Ottimo anche Kruijswijk, ma quello che impressione è proprio Alaphilippe.
Ma non dovevano attaccarlo?
Sì, ma lui ha battezzato la ruota di Thomas e davanti fate come volete. Solo quando Thomas è andato in crisi lo ha saltato e ha guadagnato posizioni nel gruppetto di testa. Solo Pinot lo supera nel finale e lui controlla, arriva secondo, prende pure gli abbuoni.
Di fatto, avrà pure sofferto, ma alla fine è quello che sembra averne quasi più di tutti. E gli avversari li ha messi tutti dietro. Chissà, viene il dubbio pure che abbia lasciato la tappa a Pinot per non strafare.
Diventa più minaccioso, per la classifica, Kruijswijk. Ma davvero ora viene da chiedersi, sempre di più, chi possa battere Alpahilippe.
La quattordicesima tappa del Tour de France è partita con una cosa brutta e una bella. Il brutto erano le proteste di alcuni manifestanti che volevano bloccare la strada poco lontano dal via. Tappa ritardata, percorso un po’ accorciato (e alla fine ridotto ad appena 110 chilometri) e un po’ di tensione per l’arrivo di Macron, il presidente francese che non si fa mancare mai l’appuntamento con l’evento sportivo più importante in terra francese.
Però c’è anche una cosa che ci è piaciuta molto: al pronti-via è scappato via Nibali. Sì, proprio lui, Vincenzo da Messina, forte e pimpante come ancora non lo avevamo visto in questo Tour. E alla sua ruota addirittura Peter Sagan. Un paio di tirate fortissime e la fuga va. Poi, dopo il primo Gran Premio della Montagna di prima categoria, si sono fermati ad aspettare altri 16 fuggitivi per andare all’avventura di giornata.
Il Col Du Soulor è una salita di prima categoria fatta per affaticare le gambe prima del Tourmalet. Certo, è curioso parlare di tappa fondamentale per una frazione di poco più di 100 chilometri, ma l’altimetria non lascia spazio a nascondersi. Le prime vittime sono l’ormai “solito” Bardet, ma anche Adam Yates, corridore, teoricamente di classifica della Mitchelton Scott. Per lui è l’inizio di un’agonia.
La fuga di Nibali si spegne ai piedi del Tourmalet, quella di Sagan un attimo prima, ma riesce comunque a racimolare qualche punto della maglia verde nel traguardo intermedio. Davanti, all’attacco della salita più dura del Tour fino a questo momento, rimangono Sicard, poi Gesbert e Calmejane.
Le prime rampe del Tourmalet vedono staccarsi subito, di nuovo, Yates, ma anche Daniel Martin (tiene, invece, Aru, all’inizio, mollerà più tardi). Prima di metà salita si stacca anche Quintana. Curiosa situazione visto che a tirare era proprio la sua squadra. Forse non si sono parlati?
Nel finale si stacca anche Landa ma, soprattutto Geraint Thomas che perde 30 secondi da Alaphilippe.
Redazione Cyclinside