di Guido P. Rubino
12 giu 2021 – La notizia: Jan-Willem van Schip è stato mandato via dal Baloise Belgium Tour per l’utilizzo di un manubrio ritenuto non regolamentare.
Cosa c’è dietro: il manubrio utilizzato dal corridore della BEAT Cycling è stato giudicato irregolare dall’UCI perché permette una posizione non regolamentare.
Il pasticcio: a quel che dice la squadra non è mai stato vietato dall’UCI l’impiego di quel manubrio (realizzato da Speeco) e pare che il giorno stesso della gara ne abbiano discusso con un commissario che non ha avuto nulla da ridire a concedere il via al corridore.
Cosa dice il regolamento?
Insomma, da un punto di vista burocratico sembra essere un altro pasticcio. D’altra parte il regolamento UCI chiarisce che nella bicicletta da corsa la curva manubrio non possa superare la perpendicolare al suolo passante per il mozzo anteriore per più di 5 centimetri.
L’immagine che vedete qui è tratta proprio dal regolamento UCI e appare piuttosto chiara. Inoltre, da questo punto di vista, l’appigliarsi a un mancato divieto UCI al particolare manubrio, da parte della squadra, appare una motivazione abbastanza debole: materiale particolare deve, caso mai, essere oggetto di preventiva autorizzazione, non il contrario.
Inoltre l’UCI ha chiarito di aver già dato parere negativo all’utilizzo di un manubrio di questo tipo nelle gare in linea in quanto è vietato, per motivi di sicurezza (!), l’appoggio degli avambracci sul manubrio. Ha anche dichiarato di non aver avuto alcuno contatto da parte della squadra per eventuali richieste di deroghe all’utilizzo.
Giusto o sbagliato?
Qui siamo nel campo della “filosofia” del regolamento che nasce, va ricordato, per un doppio fine: la sicurezza, prima di tutto, dei corridori, ma anche per consentire ai ciclisti di evidenziare le proprie differenze fisiche più che quelle tecnologiche. Inoltre, sempre nelle finalità dell’Unione Ciclistica Internazionale, c’è il voler mantenere la bicicletta coerente a se stessa, motivo per cui, al di là della sicurezza, si è scelto di rendere fuori legge tutti quei telai che non rispettassero la geometria a doppio triangolo che pure avevano stimolato parecchio la fantasia di costruttori e ciclisti specialmente nel finire degli anni Novanta, quando la fibra di carbonio arrivava prepotentemente sul mercato offrendo nuove possibilità costruttive.
Da un punto di vista tecnico un manubrio del genere mette sul piatto anche dei momenti di forza maggiori per cui, oltre a valutare le diverse sollecitazioni a carico dello sterzo, andrebbe valutata anche la resa effettiva della presa: immaginate l’andatura in fuorisella con la presa sui poggiamani).
L’idea rimane interessante ed è un tentativo di sorpassare un regolamento che per altri versi è considerato piuttosto discutibile, pensiamo soprattutto al divieto di utilizzo di prolunghe aerodinamiche nelle gare in linea (prima ancora del divieto, a partire dall’aprile di quest’anno, della posizione con gli avambracci appoggiati sul manubrio a simulare, appunto, la presenza delle prolunghe ormai messe al bando).
Nuove frontiere
Nella ricerca dell’aerodinamica la posizione dei corridori è certamente preponderante rispetto a qualsiasi soluzione adottata a carico delle biciclette. Appare logico, quindi, che si faccia parecchia ricerca in questa direzione. Altre soluzioni possibili? Ne avevamo già parlato in effetti: la modifica dei poggiamani così da migliorare la presa con appoggio alto sul manubrio pur rimanendo in sicurezza. Ma questo, ovviamente, va a carico de costruttori di componentistica e non a chi progetta i manubri.
L’impressione è che nel prossimo futuro, ne vedremo parecchie.