Se non è record storico poco ci manca: nella stagione 2023 Sram ha fatto suoi tutti i grandi giri a tappe, aggiudicandosi il gradino più alto del podio sia in ambito maschile che femminile.
Tra i ragazzi il tris è siglato dai rider della Jumbo Visma, equipaggiato proprio a partire da questo 2023 con la componentistica del marchio di Chicago.
Ha dunque cominciato a maggio Primoz Roglic, con il Giro d’Italia; poi è stata la volta a luglio di Jonas Vingegaard con il Tour de France e infine Sepp Kuss ha messo il suo nome nell’albo d’oro della Vuelta España.
Tra le ragazze? Annemiek van Vleuten (Movistar) ha fatto suoi sia il “Giro” che la “Vuelta”, mentre Demi Vollering (SD Works) ha fatto sua la “grande boucle”.
Non è certo la prima volta che un costruttore di componentistica fa il tris. Per gli amanti delle statistiche segnaliamo infatti che in ambito maschile la storica Shimano ha fatto tris nel 2022 e 2020 (solo volendo confinare l’indagine agli anni più recenti), mentre l’ultima tripletta Campagnolo è del 1998.
Il tris di Sram da parte sua fa notizia se si considera che l’azienda dell’Illinois è entrata nel mondo del professionismo road relativamente da poco tempo: sono infatti meno di venti anni (per la precisione 2005, con la Kodak Gallery/Sierra Nevada, poi nel 2006 arrivò la Saunier Duval). Non solo: oggi, stagione 2023, in ambito World Tour Sram equipaggia “solo” tre team (Jumbo Visma, Lidl-Trek, Movistar), rispetto ai 14 che utilizzano Shimano (mentre uno adotta Campagnolo).
Il merito delle vittorie va prima di tutto alle gambe dei corridori, ci mancherebbe, ma è vero anche che senza i materiali qualsiasi performance diventerebbe molto più complicata, soprattutto nel ciclismo sempre più tecnologico ed “estremo” dei giorni nostri.
Statistiche a parte, a nostro avviso il 2023 delle corse road di Sram è stato un anno storico soprattutto perché ha “sdoganato” per la prima volta l’utilizzo delle trasmissioni monocorona nelle gare su strada, prima di tutto per merito di Roglic, primo ad osare una soluzione simile occupando piani altissimi della classifica.
Saranno poi le stagioni a venire a dirci se l’ 1X archivierà la doppia anche in ambito road. Quel che è certo, ad oggi, è che c’è chi ha dimostrato che con la “mono” si può vincere un grande giro. Chissà, magari sarà una coabitazione tra soluzioni 2X e “1X”, esattamente come è stato per anni con i freni a pattino e quali a disco.
È un futuro tecnico tutto da scrivere e definire. E questo in fondo rende le corse del domani ancora più avvincenti ed incerte.
In quante tappe Rogli, Vingegaard e Kuss hanno usato il monocorona?
Suvvia, un po’ di serietà per favore!
Caro Max B, non abbiamo mai scritto che il monocorona sia stato adottato da tutti in ambito professionistico, ci mancherebbe. Semmai abbiamo messo un bel punto di domanda sulla sua eventuale adozione da parte di tutti.
Di sicuro – lo ripetiamo – crediamo che il fatto stesso che sia stato usato per più tappe (almeno quattro) da uno che poi ha vinto un grande giro a tappe (Roglic) è di per sé un fatto tecnico ad oggi unico, per questo meritevole di attenzione e visibilità mediatica.
Ciao e continuaci a seguire!
Maurizio, Cyclinside.it