1 apr 2018 – Stava diventando un caso quello di Lance Armstrong che abbiamo “rischiato” di vedere come ospite al Giro delle Fiandre. Un caso perché era stato invitato come personaggio del ciclismo. Proprio lui che il ciclismo vorrebbe dimenticare. Come se non fosse mai esistito. Come se quei sette Tour de France rimasti senza un vincitore non fossero mai esistiti. Perché di questo si tratta. Lasciare le corse senza vincitore è un’ignominia che ritorna ogni volta che si guarda l’albo d’oro e si vede un nome cancellato. Una vergogna.
Invece Lance Armostrong è esistito, ha vinto ed esiste ancora. Che ci piaccia o no.
Chi ha paura di Lance Armstrong?
L’americano è diventato il simbolo di un ciclismo sporco e truffaldino. Che celebrava se stesso mentre lo affossava. Non è stato l’unico, ce ne sono stati altri, ma Armostrong, proprio per quelle vittorie è diventato un simbolo negativo.
È così che verrà ricordato?
Per la maggior parte sì. Per il ciclismo è stato certamente un personaggio negativo, quello che ha macchiato d’infamia la fatica, che ha fatto rileggere, in negativo, tutte le sue imprese e le sue prese di posizione contro chi lo aveva attaccato ai tempi in cui aveva ufficialmente il numero sulla schiena.
È il male.
O forse no.
Armstrong rimane comunque quello che un tumore lo ha avuto davvero, che è stato operato e ha fatto la chemio. Ha perduto i capelli si è aggrappato a una speranza. Poi ha esagerato pure e ha fatto errori gravissimi che non possono essere giustificati.
Ma per molti è stato una speranza. Anzi, lo è tutt’ora. Perché per uno senza più capelli, sapere che è esistito un Lance Armstrong che è uscito da quel vortice buio che tira giù e fa male e ti fa sentire altro rispetto al mondo che vive significa avere una speranza. Perché Lance Armstrong da quel vortice è uscito e ha potuto fare i suoi errori, ma anche riconquistarsi una vita.
Ecco, via dal ciclismo e risultati cancellati e niente ospitate al Giro delle Fiandre (e francamente cosa ci sarebbe andato a fare Armstrong a parlare al Fiandre, lui che questa corsa non l’ha mai corsa sul serio pure non è molto chiaro). Il Giro delle Fiandre è un simbolo per il ciclismo, perché sporcarlo con questo anti-simbolo?
Però rimane quel lato umano che Armstrong non me lo fa buttare via completamente.
Guido P. Rubino