4 nov 2017 – I ciclisti fanno notizia, soprattutto se sono cattivi. A leggere i quotidiani, sportivi o meno, una notizia di un ciclista “cattivo” guadagna posizioni migliori di un ciclista vincente (a meno che non sia stato pizzicato positivo all’antidoping, ma qui torniamo al punto di partenza dei ciclisti cattivi).
Nel continuo soffiare sul fuoco di una guerra che piace a molti perché così si può dire che “i cattivi sono gli altri” c’è un dato di fatto: gli indisciplinati sono seduti comodamente in automobile, ma anche su una sella. Pazienza se a parità di indisciplina (ma ne siamo così sicuri? – Tutti urlano al ciclista in mezzo alla strada, pochi all’automobilista che parcheggia male e chatta durante la guida e i numeri reali li vediamo sulle nostre strade) corrisponda una disparità devastante nelle conseguenze. Le notizie di ciclisti investiti da automobili sono una tragica quotidianità. Ciclisti quasi tutti da soli, non in gruppo indisciplinato.
E il soffiare sul fuoco di come le notizie vengono presentate sta spostando in maniera preoccupante l’opinione pubblica verso un “eh, ma chissà cos’ha fatto il ciclista per farsi investire”, deresponsabilizzando d’istinto l’automobilista.
Siamo a questo.
Che poi basta alzare lo sguardo un attimo per vedere automobili che zigzagano anche in autostrada con l’autista distratto dal telefonino, oppure vedere manovre azzardate di chi pensa di avere tutto sotto controllo e critica gli altri.
Sì, un esame di coscienza ci vuole. Perché quella sensazione di sicurezza che troppo spesso trasforma un automobilista distratto in un assassino è la stessa che fa buttare qualche ciclista a capofitto nel traffico ammantato di una presunta impunità giuridica che non gli risparmia le conseguenze fisiche di un errore. Non è una giustificazione per nessuno, ma che la parte debole sia quella a due ruote è un dato di fatto. E proprio per questo, non diteci il contrario, è anche quella più attenta, pur nell’indisciplina che non è comunque mai giustificata.
E allora le notizie delle multe ai ciclisti ben vengano pure, se non altro a dire che senso civico è rispettare le leggi, non piegarle al proprio sentire momentaneo. Peccato che queste notizie diventino, però, la “riscossa” dei frustrati dal traffico, quelli che imprecano anche la domenica mattina per una frenata in più mentre si recano in campagna a rilassarsi. Notizie ben confezionate e titolate, per essere sicuri che vengano lette o, quanto meno (e tanto più), cliccate.
Perché il sospetto che viene, vedendo come sono raccontate le cose, è che si cerchino la sensazione e lo strillo più che l’informazione e la soluzione. E che se un giorno un automobilista e un ciclista dovessero stringersi la mano, per occupare insieme una strada su cui hanno uguali diritti e doveri, qualcuno potrebbe anche storcere la bocca come il pescatore che vede rompersi la lenza.
GR
Sono un ciclista di77 anni lo faccio per tenermi in forma e rispetto il codice della strada e del rispetto altrui,da giovane ho gareggiato fino al dilettante.In Romagna non abbiamo piste adeguate per le bici,invidio il trentino,val di fiemme e val di sole,ove ci sono vere piste di una cinquantina di km in mezzo al verde.Vincenzo.
Purtroppo ieri incidente mortale a Conegliano, in provincia di Treviso. Ciclista colpito dalla portiera di un’auto (notizia riportata da La tribuna di Treviso).