2”30 centesimi. Se lo si legge a voce alta, il “tempo” è già passato. Questa è stata la differenza tra Filippo Ganna e Wout Van Aert a favore dell’italiano. Dove si “perdono” o si “vincono” due secondi su ben 31,9 km di cronometro. Si potrebbe dire che basterebbe spingere di più e tutti sarebbero d’accordo, ma non è proprio così.
Ragioniamoci su e partiamo dal presupposto che entrambi hanno avuto a disposizione una bicicletta perfettamente equivalente in termini prestazionali, cosa cambia allora? Cambia cio’ che spesso viene visto come un aspetto ridicolo e trascurabile: quello dei “marginal gains”.
Van Aert partiva come leader della classifica e come tale era obbligato a correre con il body dello sponsor dell’ASO, l’italiana Santini. Sebbene il body venga ritoccato ad arte alla vigilia in modo da avere un’ottima vestibilità, non equivale a un body realizzato su misura (come la stessa Santini fa per i corridori dei team che sponsorizza direttamente). In pratica questo significa avere un body che, inevitabilmente, crea pieghe nella zona delle spalle dell’atleta (vedi foto). A ogni piega, corrisponde un aumento della resistenza all’aria. Più veloce si va, e i primi due hanno viaggiato a quasi 54 km/h di media, più la resistenza all’aria aumenta e più si viene rallentati. Anche l’utilizzo delle maniche corte porta degli svantaggi aerodinamici non trascurabili (ma si tratta di un’imposizione di ASO).
Se guardiamo il nostro Ganna si nota subito come il suo body non faccia pieghe, è aderente al corpo e ha le maniche lunghe. Quanto incide questa differenza? Difficile dirlo ma “insiders” sostengono che si parli di ben 10-15 secondi in totale. Ovviamente questo ragionamento sarebbe valso anche a produttori invertiti.
Altro aspetto da considerare è stata la presenza della televisione. Ganna è partito presto, quando il collegamento “live” non era ancora stato lanciato. Questo potrebbe aver permesso all’ammiraglia della Ineos di stare a distanza ravvicinata al campione del mondo, con tutte le bici caricate sul tetto, migliorando il flusso aerodinamico dietro il corridore e facendolo andare più forte. Avevamo già discusso qui di questo aspetto ed è un dato di fatto di cui tutti gli specialisti approfittano. Però Van Aert ha avuto per tutta la gara la motocicletta della televisione dietro di se, o leggermente di lato, annullando ovviamente il vantaggio dell’ammiraglia a distanza ravvicinata.
Van Aert e il suo entourage sapevano esattamente tutto ciò prima della partenza e questo influisce anche mentalmente nel momento in cui ci si appresta a lanciarsi dalla pedana. Però questo è il bello (o il brutto) delle gare a cronometro del ciclismo moderno.
Tutte queste considerazioni, ovviamente, al netto delle condizioni meteo e di percorso differenti dovute ai momenti diversi in cui si è svolta la corsa dei due corridori.
9 giu 2022 – Riproduzione riservata – Cyclinside
E cosa ci dite a proposito dei vortici generati dai peli della barba sul volto di Ganna?
L’aerodinamica comincia ad avere importanza sopra i 70 Kmh, il resto è fantasia…
Prova a fare un giro in bdc , metti dei parafanghini poi mi dici se uguale..o rifallo con la bici da crono non credo che la media potrà essere la stessa.. da cosa dipende? Dai rapporti..?
Le condizioni meteo con vento favorevole di cui ha usufruito Van Aert devono egualmente essere prese in conto
Caro amico, i 120 kmh li ho passati già nel ’93 giù dal passo del Gottardo lato nord su una Carbitubo con corona da 60T, in posizione a uovo mutuata dallo sci (fuori sella, gambe flesse e fondo schiena basso)… naturalmente niente casco ma con una maglietta polo di famosa marca e pantaloncino corto in lycra, naturalmente con gli arti scoperti non depilati e barba da vichingo…
Prova a farlo anche tu, ti divertirai e magari capirai che da un sano confronto di idee può emergere la verità priva di preconcetti…Buon divertimento e auguri…