6 set 2020 – Sicuramente la situazione mondiale di pandemia ha influito sulla preparazione degli atleti, delle squadre e persino sull’organizzazione stessa del Tour. Causa Covid o no, stiamo vivendo uno dei più bei Tour de France della storia.
E si prospetta ancora più spettacolo per i prossimi giorni. In una tappa impegnativa e che ha segnato la classifica come quella di ieri abbiamo visto i capitani messi a nudo. Finiti i tempi della grande Sky – ora Ineos. Ma nemmeno la Jumbo Visma si è rivelata quella squadra-treno che sembrava. Chi vuole vincere il Tour, ieri ha dovuto difendersi nel finale o attaccare in prima persona senza aiuti.
Due dati su tutti: nei primi 10 della tappa di ieri – tappa di classifica – si sono classificati corridori di 9 squadre diverse. In classifica, abbiamo 10 corridori di 10 squadre diverse. Abbiamo giovanissimi come Bernal (sebbene molto “esperto di Tour”…) e Pogacar contro vecchie volpi come Uran e Quintana.
Ci sono le crisi. Spiace dirlo, spiace per chi la crisi l’ha presa, ma fa parte del gioco e dello spettacolo. E’ il corso naturale del Tour. E’ il colpo di scena per il pubblico. Anche se la cosa più triste dell’edizione 2020 secondo me non è vedere corridori che non sono al livello atteso per la classifica, che ci può stare benissimo dopo un anno così tribolato e così particolare. Ma è non vedere lì a battagliare Carapaz e Thomas. Continua a rimanere una scelta che non condivido assolutamente, né in ottica spettacolo né in ottica classifica per la stessa Ineos. Per come si sta profilando la classifica, un uomo in più fra i primi assieme a Bernal sarebbe stato oro colato per la Ineos.
Stefano Boggia (https://www.daccordicycles.com/it/)