27 set 2020 – L’unico modo per battere Van Aert a Imola era starsene buoni fino ai -10 km all’arrivo e poi scrollarsi di dosso il belga per non portarselo in volata. Alaphilippe ha seguito un copione scritto, facile da dire, impresa incredibile da farsi. Ad un certo punto ho sognato e pensato che anche Bettiol e Ulissi stessero seguendo lo stesso copione, e me li sono immaginati davanti sull’ultima rampa. Ma per fare tutto bene servivano delle gambe da mostro come quelle del francese.
Che abbia delle gambe da mostro lo evidenza il fatto che cercava di pedalare anche in posizione aerodinamica. Non gli serviva recupero. I 3” sdraiati sulla bici a quasi 80 all’ora che normalmente servono per dare un bel respiro lungo a lui danno fastidio. Pedalare in posizione aerodinamica vuol proprio dire avere energie da buttare via.
La sola nota negativa del francese è l’ossessione per il suo distacco. Ha girato la testa mille volte, chiedeva più volte alle moto quale fosse il suo vantaggio. Grandi campioni che spogliati del telecomando-radio alle orecchie si trasformano in ragazzini insicuri, incapaci di valutare un distacco a vista. Qualunque direttore sportivo avrebbe imprecato contro il suo ragazzino-esordiente dicendogli di smetterla di voltarsi e di pedalare. Specchio dei tempi.
Alzi la mano chi vorrebbe portarsi in volata Van Aert per fargli vincere il Mondiale. Doveva essere lui ad incaricarsi dell’inseguimento. Doveva rischiare di perdere, chiudere su Alaphilippe da solo e poi giocarsi le energie rimanenti contro il gruppetto di testa. Non ha avuto il carisma del campione. Come non lo hanno avuto gli altri inseguitori, a partire da un incomprensibile Roglic che prima non tira, disturba il gruppetto per poi mettersi in testa all’ultimo chilometro, quando ormai i giochi sono fatti, e lui può solo fare ultimo della volata. Alaphilippe deve anche ringraziare in parte gli inseguitori che hanno decretato la sua vittoria già all’inizio della sua azione, correndo come se ormai solo il secondo posto fosse possibile. O meglio il terzo, se hai con te Van Aert.
Stefano Boggia (https://www.daccordicycles.com/it/)