Le gare a cronometro da una parte, la Parigi-Roubaix dall’altra. In mezzo le salite e la ricerca della leggerezza. Ma lo stimolo per la ricerca tecnologica che spesso vediamo nella classica delle pietre spinge a soluzioni che poi troviamo anche nelle nostre biciclette dedicate a un ciclismo molto più Tranquillo e non necessariamente agonistico.
Anche quest’anno è l’occasione per trovare soluzioni tecnologiche particolari, al momento dedicate solo ai professionisti, ma un domani, chissà, alla portata di tutti.
Vediamo quali sono le soluzioni a disposizione dei team e che potrebbero venire utilizzate alla Roubaix.
Regolatore di pressione per le gomme
È la soluzione di cui si discute di più. Ha sperimentato qualcosa la Jumbo Visma e probabilmente la userà anche la DSM (che sta sperimentando il sistema già dallo scorso anno). All’interno dei mozzi delle ruote è inserito un sistema, azionato tramite un comando wireless sul manubrio, che permette di gonfiare o sgonfiare le gomme della bicicletta a seconda delle esigenze. In una gara come la Parigi-Roubaix questa soluzione potrebbe permettere di guadagnare un bel po’ (sono stati quantificati anche 60 Watt di vantaggio) ottimizzando la pressione delle gomme alle pietre e ai tratti asfaltati.
Gomme larghe
Per galleggiare sulle pietre le gomme di grande dimensione possono aiutare un bel po’ rispetto a coperture di sezione più stretta. Non è certo una novità recente e l’arrivo dei freni a disco ha permesso di liberarsi dal vincolo di spazio a disposizione all’interno del freno. Le sezioni adottate dai corridori spesso superano i 30 millimetri.
Ammortizzatori: è la soluzione più immediata
La prima strada da percorrere naturalmente verso il comfort sulle pietre è l’adozione di ammortizzatori. Dopo diversi esperimenti negli anni ’90 del ventesimo secolo, che si sono rivelati poco efficaci per peso eccessivo di ammortizzatori ed eccessiva complessità dei telai, si è scelto di lavorare su altri fattori. Innanzitutto sono cambiati i materiali. L’arrivo della fibra di carbonio ha permesso di realizzare telai dove è stato maggiormente possibile “controllare” le vibrazioni tramite l’elasticità intrinseca del materiale. Poi si sono adottate soluzioni che permettessero un assorbimento delle vibrazioni senza ricorrere a veri e propri ammortizzatori del tipo derivante direttamente dalle mountain bike. Escursioni minime, di due o tre centimetri, ma sufficienti a rendere più comoda ed efficace la guida. Perché riducendo le vibrazioni è più facile dirigere la bicicletta anche nelle zone di pavé più sconnesse.
Geometrie
Merckx ci faceva diventare matto Ugo De Rosa. E se oggi non è più possibile quella personalizzazione di forcelle che veniva richiesta dal belga all’artigiano italiano per sperimentare tutte le soluzioni che gli venivano in mente per domare il pavé, si lavora sulla forma dei telai, sull’inclinazione dei tubi e sulla loro stessa composizione. Al punto che ci sono biciclette dedicate proprio a questa gara e poi immesse sul mercato per chi voglia, anche su strade tradizionali, una geometria più comoda e confortevole.
Rapporti
La Parigi Roubaix è particolare anche per l’andamento altimetrico che prevede un dislivello davvero minimo. Abbiamo già visto van Aert utilizzare una bicicletta dotata di sistema monocorona, tanto più avrà senso utilizzare questa soluzione alla Roubaix. In questo caso non è tanto importante il peso risparmiato, quanto la stabilità della trasmissione che permetterebbe, ancora di più, di tenere in posizione la catena anche sotto i colpi violenti del pavé. Per tutti gli altri la classica doppia con rapporti dedicati con moltiplica inferiore anche da 47 denti.
Accorgimenti
Il nastro manubrio prima di tutto, le prime soluzioni artigianali, con gommapiuma sotto alla fettuccia di tela, sono state sostituite da nastri realizzati appositamente, inserti in gel e anche doppio nastro per offrire un appoggio più ampio e comodo.
I comandi si sono moltiplicati. Le possibilità offerte dai gruppi elettronici sono molteplici e montare dei comandi remoti per cambio e deragliatore non solo nella posiziona classica, in corrispondenza dei freni, permette di modificare il rapporto un qualsiasi posizione di appoggio. Un bel vantaggio sulla Roubaix dove lasciare il manubrio in momenti critici può diventare pericoloso.