28 set 2018 – Un Mondiale con così tanta salita lo ricordano in pochi e porta alla mente campioni di spessore, assoluti. Sarà proprio uno di questi a trionfare domenica. Nelle previsioni e aspettative per la corsa si intrecciano anche le questioni tecnologiche. Saranno 265 i chilometri da percorrere nella corsa dei professionisti, la gara regina, è ben 4.670 metri di dislivello. Bisogna tenerne conto anche dal punto di vista tecnico, altrimenti il prezzo da pagare potrebbe essere alto.
L’UCI, dal punto di vista tecnico, continua a legiferare mettendo davanti a tutto la necessità di fare del ciclismo sempre un confronto tra atleti prima che di tecnologie. Tutto giusto: il ciclismo è confronto tra ciclisti (e cicliste), non è Formula 1. Nonostante questo, la tecnologia si evolve, diventa sempre più precisa. Chirurgica quasi se si pensano alcuni dettagli cui fanno caso gli specialisti dei materiali quando si confrontano con le squadra. Alla fine si dirà che contano sempre le gambe. Ed è vero… quasi. La tecnologia c’è e l’aiuto può essere consistente, nella prova in linea come, abbiamo visto, lo è stato anche per la gara a cronometro, ovviamente.
Gli atleti devono essere bravi, con i loro preparatori, ad azzeccare la tattica giusta, lo stato di forma naturalmente, ma anche i materiali più adatti. Ecco allora che parlare di rapporti e di componenti diventa fondamentale. Certamente non saranno pochi grammi di differenza a decidere il risultato, ma una scelta sbagliata dei materiali potrebbe compromettere un risultato. Pensiamo ai rapporti, ma anche alle ruote e alle gomme. Sono questi i punti fondamentali attorno cui girerà la questione tecnica del mondiale. Pensiamo anche alle cose che i corridori vorrebbero e che per motivi di sponsorizzazione… non si possono. Vi raccontiamo tutto. O quasi.
I rapporti
Al Mondiale c’è da salvare la gamba, affrontare salite durissime e anche discese ripide. Servirà necessariamente un range di rapporti molto ampio col rischio di sacrificare i rapporti intermedi. Per la salita finale c’è chi pensa a un ingranaggio posteriore da 30 denti, ma qualcuno anche al 34 se non vorrà mettere la compact anteriore. Ci sarà da predisporre il cambio per poter supportare rapporti del genere ma. Tabella dei rapporti alla mano si devono fare bene i conti. Oppure potrebbe essere opportuno pensare anche a un cambio di bicicletta (più rapido di un cambio ruote) in un punto prestabilito, per prendere un mezzo con i rapporti adatti al finale durissimo che prevede addirittura un picco al 28 per cento di pendenza. In quanti opteranno per questa soluzione? Potrebbe addirittura crearsi traffico tra le ammiraglie al seguito del gruppetto di quelli che resteranno a giocarsi il Mondiale. Attenzione anche a sfruttare bene cambi e catene, il rischio di farli lavorare sotto sforzo eccessivo nei momenti critici potrebbe portare a qualche problema? Con i materiali attuali la risposta è no se si rimane nei parametri del produttore dei componenti. L’importante sarà, nel caso, non osare troppo con le tolleranze. Lo abbiamo visto già succedere.
Le ruote
A parlare con i produttori di ruote l’indicazione facile che viene fuori è in direzione dei modelli più leggeri, magari con cerchio a basso profilo. Con tanto dislivello il peso delle ruote conterà anche più del peso totale della bicicletta. Le ruote sono un elemento dinamico all’interno della “struttura bicicletta” e averle pesanti potrebbe portare a una differenza di affaticamento notevole rispetto a una situazione più favorevole.
Attenzione: oltre alla leggerezza come valore generale, andrebbe valutata, proprio visto il dislivello che aspetta i corridori, anche la distribuzione dei pesi nella ruota stessa. Nell’elemento rotante rappresentato dalla ruota, una minore massa periferica sarà certamente vantaggiosa in termini di inerzia. Meglio più peso sul mozzo che sul cerchio.
Ruote ad alto profilo e ruote… proibite
Nel lavoro dei meccanici si sa, si vede un po’ di tutto. Anche prove di materiali al di fuori delle possibilità tecniche di sponsorizzazione. Qui, entriamo nel campo minato delle voci che si inseguono nell’ambiente e che nessuno vuole confermare. Ma tant’è, il ciclismo è fatto anche di queste curiosità.
Il consiglio per le ruote a basso profilo rimane valido, significherebbe anche una maggiore maneggevolezza in discesa che permetterebbe di osare di più. Ma a dire il vero i nostri corridori, oltre che forti in salita, sono anche decisamente temibili in discesa. Al punto che più di qualcuno, e non soltanto nella squadra azzurra, sceglierà comunque delle ruote ad alto profilo (anzi, possiamo tranquillamente prevedere che la maggioranza farà una scelta in questa direzione). L’imperativo, però, è proprio per la leggerezza, meglio ancora se questa sarà concentrata sul cerchio. È qui che si è innescata qualche discussione a quanto pare tra corridori che vorrebbero osare con modelli più particolari e i marchi dei fornitori ufficiali che, naturalmente, non possono permettersi di far vedere le biciclette montate con altro. Sarà così per tutti? Pare di no, perché alcune squadre hanno contratti più aperti e permettono di usare anche materiali al di fuori delle forniture ufficiali.
Le gomme e la pressione
Fondamentale, nei tratti tecnici, anche poter sfruttare al meglio le caratteristiche delle coperture. I meccanici dovranno valutare, assieme ai corridori, la pressione giusta di ogni tubolare. Anche tenendo conto della perdita fisiologica di pressione che le gomme subiscono per quel po’ di permeabilità all’aria che a volte hanno le camere d’aria più leggere. L’importante sarà non esagerare, che a gonfiare troppo, come tropo spesso si tende a fare, si rischia di perdere in qualità ed efficienza.
Ora non resta che aspettare la corsa. Vedremo chi avrà ragione.
Gambe a parte, naturalmente.
Redazione Cyclinside
La pressione delle gomme della bicicletta? Dipende dallo stile di guida. Sentite Pirelli