9 ottobre 2020 – L’indiscrezione è autorevole, perché ci arriva direttamente da un’azienda che le coperture per bicicletta le produce (e produce solo quelle per bicicletta, e di nessun altro settore): per la Parigi-Roubaix del prossimo 25 ottobre 2020, che causa Covid, proprio nel momento in cui scriviamo questo articolo, è stata posticipata al 2021, alcuni corridori erano pronti ad utilizzare in gara non soltanto gli pneumatici tubeless, ma avrebbero inserito all’interno di questo pneumatico privo di camera d’aria una speciale “mousse”, di quelle tanto diffuse nel mountain biking con lo scopo di limitare le gomme a terra. In questo modo, in caso di foratura, il corridore ha un duplice vantaggio: il primo è avere la possibilità di fare strada in più prima di aspettare il cambio ruota della prima ammiraglia che sarà in grado di raggiungerlo; il secondo – o forse ancora più importante per la fattispecie – quello di aggirare uno dei pochi punti deboli che questo tipo di copertura potrebbe avere in ambito agonistico: creare problemi di sicurezza nel momento in cui, per una foratura o un calo improvviso di pressione, i cerchietti della copertura “stallonano”, lasciando il corridore pericolosamente in equilibrio solo sul margine del cerchio “nudo”.
Una ciambella da pochi grammi
Ancora non conosciamo i dettagli tecnici di questa schiuma realizzata per adesso solo in versione prototipale fornita ad alcuni pro: è in pratica una “ciambella” con diametro contenuto rispetto al volume della copertura e peso di pochi grammi, ha una valvola dedicata e, in caso di foratura, la perdita di volume dello pneumatico viene adeguatamente compensata dall’espansione della schiuma, liberata come è dalla riduzione di pressione.
Il tramonto dei tubolari?
A questo punto crediamo che sarà la “Regina delle Classiche” del prossimo aprile a dirci come funzionerà questo accessorio in corsa; quel che è certo è che il nuovo componente conferma e da’ ulteriore slancio a una strada già tracciata in ambito di gare pro, una strada che nel giro di pochi anni sta sovvertendo l’approccio che il ciclismo stradistico ha verso la tipologia di copertura che da sempre è stata considerata la migliore a livello prestazionale: il tubolare. Sì, proprio lui: il tubolare sta sempre più lasciando strada al tubeless in ambito di corse su asfalto, e questo riguarda non solo le biciclette che i pro utilizzano per allenarsi, ma più che altro riguarda l’equipaggiamento utilizzato in corsa.
Parlano i responsabili Pirelli Velo
Già in passato Cyclinside si era occupata dei tubeless in un’ottica comparativa rispetto alle altre tipologie di coperture. Torniamo ancora una volta su questo argomento quanto mai caldo ed attuale, con questa intervista ai product manager di Pirelli. Pirelli è una realtà storica degli pneumatici, e con il brand Pirelli Velo da qualche anno è (ri)entrata nel mondo del ciclismo (sì, perché fino agli anni Sessanta a “gommare “ i grandi campioni in Italia c’era praticamente solo Pirelli).
Con il product manager Marco Bressan, andiamo dunque a capire perché i corridori stanno passando in modo sempre più estensivo al tubeless. Oltre a questo andremo anche a sfatare alcuni falsi miti, luoghi comuni e convinzioni errate che troppo spesso si aggirano attorno allo pneumatico da bicicletta, ovvero a un componente quanto mai importante nell’economia generale del mezzo.
Maurizio Coccia