Rivedere la formula delle Granfondo? Da più parti si sente questa esortazione. Parte dal basso, dai partecipanti, ma spesso anche dagli organizzatori che si trovano numeri in calo di anno in anno, anche in manifestazioni abituate a godere dell’abbondanza.
Cosa succede? Come mai con un numero di appassionati in aumento alcune granfondo vanno in sofferenza? Oltre ai costi di viaggio e pernottamento che sono aumentati, nel tam tam delle notizie e dei commenti che si diffondono online, anche sui nostri social, molti utenti si lamentano dei costi in aumento delle manifestazioni. Perché pagare un servizio d’ordine che, quando va bene, riguarda chi viaggia entro mezz’ora dai primi, che vanno fortissimo, mentre i più sono “scoperti”?
Con quei soldi, ci si chiede, forse è meglio che partecipi a eventi meno improntanti all’agonismo e più dedicati al godere i posti dove si pedala.
Soluzioni che non vogliono direi rinunciare alla sfida con se stessi e con gli altri. La presenza di tratti agonistici nel finale, o tratti cronometrati sparsi lungo il percorso, possono essere una soluzione in grado di accontentare tutti e ridare attrazione a eventi che sembrano giunti un po’ al limite. Una soluzione che potrebbe favorire anche il rapporto con il traffico delle strade attraversate dalla manifestazione; favorendo, quindi, anche la gestione dei permessi per il transito.
Ne abbiamo parlato con uno dei primi organizzatori che aveva sposato questa formula. L’avvocato Gianluca Santilli, ora a presidente dell’Osservatorio BikeEconomy, dopo aver organizzato per anni la Granfondo Campagnolo Roma, ora pone l’accento proprio sulla trasformazione cui dovrebbero fare attenzione molte manifestazioni.
Nel video, ecco cos’ha detto al nostro microfono.
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E già, la Campagnolo Roma. Vittima illustre di una assurda burocrazia e non certo di un insufficente numero dei partecipanti. Ripristinatela così come era fino alla CRVII e vedrete che i numeri vi daranno ragione.