28 ago 2017 – Anche a questa Vuelta 2017, come già il Tour de France, assistiamo a tappe dove partono fughe subito dopo il via e vanno a giocarsi la vittoria. Questo è abbastanza deleterio per lo spettacolo, perché rende la tappe piuttosto monotone e noiose da seguire, senza colpi di scena. Seguendo questa tattica di corsa, tutte le tappe che presentano un’altimetria intermedia, ondulata senza essere una tappa di vera montagna, create apposta dagli organizzatori per dare spettacolo seguendo la teoria della corsa aperta a tutti sotto il punto di vista del profilo altimetrico, sono praticamente giocate all’inizio della corsa. Perché avviene questo?
Principalmente perché fa molto comodo alla squadra leader per evitare attacchi di classifica. Il ciclismo degli ultimi anni è ben diverso da quello di fine dello scorso millennio. Le tappe “di trasferimento” non esistono più, e forse i giovani corridori di oggi non sanno nemmeno cosa significhi questa parola. Nemmeno partire piano per aumentare nel finale, è una cosa antica che possono solo raccontare i vecchi corridori ai giovani. Oggi si parte quasi sempre forte. E nelle corse a tappe si parte fortissimo. Perché il gruppo andrà forte fin quando si riuscirà a sganciare una fuga, e poi rallenterà, lasciando la fuga a giocarsi la tappa, mentre i piani alti della classifica potranno mettere le squadre a tirare a ritmo regolare, senza rischiare la propria posizione. In pratica chi avrà l’occhio, le gambe e la fortuna di entrare in quella fuga da lontano andrà a giocarsi la tappa. E questo fa ovviamente lievitare moltissimo la competizione nei primi chilometri.
Se la fuga non si sganciasse da lontano, la corsa ondulata diventerebbe estenuante, praticamente un calvario. Una tappa di sali e scendi continui se affrontata forte dall’inizio alla fine può essere più stancante di un tappone di montagna. Per chi si gioca la classifica è meglio evitare questa situazione, e sperare che la fuga vada lontano.
La fuga va via perché è inutile inseguire anche per gli altri corridori. Rientrare su di un drappello quando questo ha un distacco superiore ai 40 o 50 secondi è praticamente impossibile. E ammettendo anche di riuscire in questa impresa, sicuramente la squadra del leader di classifica non permetterà ad altri corridori di scattare, tenendo chiusa la corsa, in modo da non trovarsi in una situazione pericolosa con corridori di classifica in avanguardia. Insomma chi non entra nella fuga da lontano, in questo genere di tappe con questo ciclismo, ha perso l’occasione, e non gli rimane che aspettare un’altra tappa adatta.
Stefano Boggia (www.daccordistore.it)