14 ott 2020 – Un traguardo volante è spesso poco considerato dal pubblico. Viene preso solo come un semplice tentativo di aggiunta di spettacolo o, peggio, un traguardo per non-vincenti, roba per chi non si giocherà la tappa e prova a vincere una specie di premio intermedio. È difficile vedendo dall’esterno capire come un Traguardo Volante possa essere una trappola tattica in grado di cambiare faccia ad una tappa.
In una situazione come quella di oggi nella tappa di Rimini, con un gruppetto in fuga, un traguardo volante come quello di Coriano in leggera salita, può creare dissapori insuperabili. In una fuga tutti cercano di tirare risparmiando. Tutti si guardano in cagnesco, perché essere nella fuga e prestare le proprie energie allo sforzo collettivo è un po’ come partecipare ad un regalo di gruppo dove tutti devono mettere una cifra in denaro cercando di verificare di aver messo sul tavolo il giusto, non troppo poco per fare brutta figura, ma neanche troppi soldi che rischiano di svuotare le proprie tasche. Il denaro nella fuga sono le energie. Tutti mettono le proprie energie per contribuire alla fuga, ma tutti cercano di risparmiare energie per giocarsi la tappa nel finale nel caso che il gruppo lasci spazio.
Di fronte ad un traguardo volante, la situazione migliore per un gruppetto di fuggitivi è avere con sé un corridore in lotta nella classifica a punti. Non si fa volata. Si regala il traguardo all’uomo in classifica. Lui come tacito accordo ripaga il regalo spendendo più energie nella fuga, magari tirando un intero chilometro davanti da solo oppure spingendo più forte durante il suo turno. Ma questo non sempre accade. Se non c’è nessuno della classifica a punti nella fuga, la migliore cosa per i fuggitivi è ignorare il traguardo. Si passa sotto al traguardo, chi è in testa in quel momento a tirare vince, in modo casuale. Difficile farlo in un grande giro dove al traguardo sono abbinati premi in denaro piuttosto consistenti.
Ma un’eventuale volata al traguardo può creare dissapori insuperabili che possono fare morire la fuga. Chi perde di poco è contrariato. Chi perde di molto ha capito che gli altri hanno più gambe e che è meglio per lui risparmiare qualcosa sui cambi in modo da riequilibrare le forze all’interno del gruppetto. Chi vince la volata dovrà spendere di più nei cambi, dimostrarsi generoso. Bisogna valutare se spendere energie nel dimostrarsi generoso con i compagni di fuga valga la pena, sacrificando un eventuale arrivo finale. Se il vincitore del traguardo non si dimostra generoso, spesso scatena le ire dei compagni di fuga che non proseguiranno nella loro collaborazione. Insomma, ovviamente dipende dalla posizione del traguardo volante, dalla classifica dei corridori in fuga, dalle possibilità che la stessa fuga arrivi, ma il semplice traguardo volante può cambiare le sorti della fuga. Un gruppetto laborioso che lavora in pieno accordo, può di colpo trasformarsi in uno scatenarsi di scatti o di corridori che litigano fra di loro. Non di rado il vincitore di tappa ha furbamente approfittato di un traguardo volante per staccarsi di pochi metri in modo controllato, mostrare in un furbo bluff ai compagni di fuga di avere poche gambe, per poi piazzare la zampata finale per la tappa.
Stefano Boggia (https://www.daccordicycles.com/it/)