3 set 2018 – Ci starebbero ruote più grandi sulla bicicletta da corsa? Il discorso può apparire curioso e un po’ folle, ma a ragionarci potrebbe avere un senso. Ancora una volta prendiamo spunto da quanto avvenuto nella mountain bike, dove il ripensamento della dimensione delle ruote ha portato dei vantaggi per utenti e corridori. E le scelte tecniche, pur spinte dal marketing, vanno avanti se funzionano realmente.
E allora perché non pensare a ruote più grandi anche sulla bicicletta da corsa? In termini di stabilità e scorrevolezza se ne potrebbe trarre giovamento e, a ben vedere, non si tratta nemmeno di una novità assoluta: ricordate quando Moser stabilì quel Record dell’Ora sulla bicicletta con “la ruotona”? Si parlava proprio di scorrevolezza e, in quel caso, si trascurava il peso. Una volta appurato che in pianura – su pista – il peso maggiore sarebbe stato un freno solo in fase di lancio, ma poi quasi ininfluente nel mantenere la velocità e, anzi, si sarebbe potuta sfruttare la maggiore scorrevolezza della ruota più grande, si andò avanti con successo.
Poi i regolamenti vennero rivisti, arrivarono anche altre soluzioni, ma intanto l’idea della ruota più grande, con la tecnologia attuale dei materiali, potrebbe portare a risultati inaspettati. La stessa mountain bike ci ha già insegnato che a livello geometrico la questione potrebbe essere facilmente risolvibile. Non si parlava di difficoltà di costruzione di una mountain bike con ruote da 29″ per biker di piccola dimensione? I bravi telaisti hanno risolto il problema e alla fine ancche la maneggevolezza delle ruote più piccole è stata sopravanzata da altri vantaggi. Per strada non potrebbe valerne ancora di più la pena?
In fase di revisione dei regolamenti UCI la cosa potrebbe essere fatta passare. Lo svantaggio potrebbe essere sulle salite più lunghe, con ruote inevitabilmente più pesanti per quantità di materiale, ma visto quanto oggi vengono utilizzati i modelli ad alto profilo (con buona pace della leggerezza) anche nelle gare che prevedono molta salita, non sarebbe certo un problema recuperare il peso con un profilo di cerchio più basso che assicura però più scorrevolezza. E in più si avrebbe il vantaggio della scorrevolezza maggiore.
D’altra parte le ruote sono l’unica parte della bicicletta di cui non viene messa in discussione la misura.
Siamo pronti a una nuova svolta nel ciclismo moderno?
Onestamente pensiamo di no: c’è ancora da digerire la questione dei freni a disco. Ma tutto sommato anche in mountain bike, a suo tempo, avevano storto la bocca. Ma scommettete che qualcuno ci sta già pensando?
Redazione Cyclinside
Ma…sono elucubrazioni di cyclinside o ci sono voci di corridoio in tal senso?
Considerando che il diametro interno alla gola dei cerchi per bdc è uguale alle mtb da 29 (standard Etrto, 622 mm), aumentare tale misura creerebbe bdc Frankenstein a mio parere…
Se tutto ciò fosse vero, occorrerebbe subito aumentare la battuta dei forcellini posteriori almeno a 148 mm… I consumatori non digerirebbero prima un aumento delle ruote e solo uno o due anni dopo un adeguamento dello standard del carro posteriore… La si smettesse di innovare a spizzichi e bocconi, rendendo le bici obsolete in pochi mesi!
Salve Andrea,
Con le aziende spesso si parla di tutto e si prova anche a immaginare il futuro prossimo. Questo non vuol dire che arriverà tutto subito. Chi progetta e “immagina” le biciclette di domani spesso prova a percorrere strade diverse anche solo per sperimentare. Poi alcune cose diventeranno realtà, altre resteranno un’idea. In tutto questo una forte componente è rappresentata dal mercato. Una buona idea deve essere anche vendibile. Per fare un esempio: di telai in carbonio al di sotto del chi lo si parlava anche in tempi non sospetti, quando in composito si faceva poco e niente sulla bicicletta. Un telaio così leggero forse era già realizzabile in quegli anni, ma avrebbe avuto un costo di produzione esagerato e fuori mercato. Oggi è realtà perché la tecnologia ha permesso di produrlo a costi molto più contenuti.
Allo stesso modo potremmo parlare di quel brevetto che Shimano ha depositato su un gruppo a 14 velocità. Era il 1999 e quel gruppo ancora non si è visto e chissà se si vedrà mai viste anche le strade che intanto si stanno percorrendo immaginando anche trasmissioni diverse (ne avevamo parlato qui: https://cyclinside.it/un-pacco-pignoni-a-14-rapporti-e-gia-tutto-scritto-da-shimano/).
Le ruote più grandi? Qualcuno le ha sicuramente in mente. Spesso vedendo le aziende dall’interno qualcosa si può intuire.
Dire che stiano arrivando è un altro discorso però. In questo momento, dal punto di vista commerciale, non pensiamo sarebbe una buona mossa e le aziende lo sanno bene.
Di carri più larghi, invece, se ne sono già visti. Con i freni a disco è una conseguenza quasi naturale. In futuro saranno ancora più larghi? Vedremo. Quello che auspichiamo è anche che ci sia una strada coerente e non una confusione di troppi standard.
In questo senso i limiti imposti dall’UCI sono anche positivi. Poi si vedrà. Intanto si ragiona, ma non è il caso di allarmarsi ovviamente. E perché poi? Prima di abbandonare uno standard e farlo diventare davvero vecchio di tempo ne passa comunque.
– Guido
Ps: ovviamente l`aumento della battuta forcellini posteriori (e anteriori) sarebbe necessaria per una migliore campanatura dei raggi, andando ad irrobustire le ruote recuperando la rigidità persa con l`aumento di diametro (stesso principio dello standard boost mtb introdotto con l`avvento delle 29″)
se avviene il cambiamento le bici pagate l anno prima 8000 euro non si venderebbero nemmeno per 1000 euro